Una rassegna visiva e una pubblicazione ideate per affrontare le procedure collettive dell’arte. FARò nasce dalla necessità di avvicinare i campi dell’estetica e della politica e dichiarare lo spazio del sensibile nella pratica condivisa.

FARò. Pratiche Estetiche Politiche.

Pubblicazione FARò. Pratiche Estetiche Politiche

Numero 1, gennaio 2023

Enrico Chinellato + Or Haklai (QUIZEPO Collective) Counter the Monument. Una Guida Pratica – Tramite un incontro-scontro tra parole ed immagini, quesiti verbali e dichiarazioni visive, il contributo del collettivo italo-israeliano propone una riflessione aperta su cosa significhi usare il monumento – quello di ieri, di oggi e di domani.
Davide Ghelli Santuliana Contro il Flusso – Una piattaforma di ricerca su come resistere ai flussi del capitalismo
Serendippo Il contemporaneo come mezzo – Come l’arte può concorrere alla definizione dell’identità culturale, sociale e politica della città denunciando disagio e degrado intesi come marginalità sociale.
Dario Sanna (collettivo Transhumanza) Arte e politica: rapporto non scontato, reciprocità necessaria – Breve riflessione sui limiti, potenzialità, urgenze ed esperienze dirette.
Mia da Schio Suppiej Guardare come Gesto Politico
Yulia Tikhomirova (collettivo TIST) Costellazioni fragili e altre alleanze – L’assemblea come modus operandi per il futuro mondo dell’arte.

Per ordini, info e partecipare - scrivere a tist.situation@gmail.com

Pubblicazione FARò. Pratiche Estetiche Politiche Numero 2, maggio 2023

• Enrico Chinellato (collettivo QUIZEPO) Autonomia Artistica? Una guida in 22 proposizioni
• Stefano W. Pasquini La menzogna orizzontale e la memoria visiva. Come Instagram e i social network influenzano pensiero e politica
• Yulia Tikhomirova On Mythologies & Other Flags. Sulla de-presentazione della politica
• Oxana Timofeeva (collettivo Chto Delat) Manifesto per un comunismo zombie. La rivoluzione inizia all’inferno. Con illustrazione di Giorgina Della Porta. 
• Collettivo TIST Contro- Non- Anti monumenti. Memoria come una pratica urbana
• Sara Vighi Il grigio splenderà come oro. Intersezionalità e incursioni: fondamenti dell’arte radicale

Per ordini, info e partecipare - scrivere a tist.situation@gmail.com

28.01-25.02.2023

La rassegna visiva FARò.

Opening • 28 gennaio • ore 18

– nell'ambito di ART CITY Bologna 2023 in occasione di ARTEFIERA –

La prima edizione della rassegna Farò. Pratiche Estetiche Politiche ideata dal collettivo TIST presenta nove approcci differenti alla produzione del visivo. L’impulso dietro la ricerca dei processi espressivi che accomuna gli artisti, è la trasformazione del domani. Invece di sottostare alla temporaneità e alla precarietà paralizzanti del presente, gli artisti restituiscono la visione del futuro, dichiarando cosi il suo potenziale. L’attenzione che la rassegna pone sui modi di produzione nasce dalla necessità di avvicinare i campi dell’estetica e della politica, e affermare lo spazio del sensibile nella pratica.

Il gruppo TIST - This Is So Temporary - costruisce un vero e proprio Faro, trasformando gli oggetti di recupero tecnologico in reperti del nostro presente che fuggano così l’obsolescenza e acquisiscano un avvenire nuovo, diventando la superficie sulla quale TIST inscrive il manifesto collettivo. Posizionato all’aperto, il faro di 5 metri indica metaforicamente la strada verso il luogo dell’arte, sicuro e utopico allo stesso tempo, un territorio del fare estetico, non condizionato né dal profitto, né dal potere.

L’installazione Solid Works di Uriel Schmid-Tellez propone l’intreccio di stereotipi architettonici e artistici relativi alla figurazione e alle arti visive classiche con forme delle strutture moderne e industriali. In uno sviluppo tridimensionale di piani, telai e campiture monocrome, la costruzione visiva viene allontanata dalla sua aurea e riportata alla configurazione primitiva, percettiva o discreta. Il modello progettuale diventa taglio sul vedere.

Languishing – mostra di Giorgina Della Porta, Michele Di Pirro e Massiel Leza a cura di Maria Chiara Wang – nasce come reazione ad un sentire comune, a uno stato di perdita di motivazione, rassegnazione e stagnazione che accomuna i tre artisti: tre interpretazioni differenti del termine 'languire' per tre ricerche poste in dialogo tra il digitale, l’installazione e la pittura.

Michele Liparesi riflette sul paesaggio archetipo e, partendo dall’impiego di tecniche diverse – dal calco in gesso al cemento – costruisce gli scenari ideali dell’opera site-specific Instabilità geologica.

Nell’installazione Forma e violenza Laura Zizzi lascia le sculture in fase progettuale per svelare la forza motrice dell’azione artistica. La violenza è intesa qua come potenza impetuosa ed è finalizzata alla realizzazione di forme mutevoli di fango e ferro.

Il designer MANINUDE costruisce Meccatronica, una catena di produzione domestica e automatizzata che sostituisce la mano dell’uomo e realizza le figure, funzionali o astratte, partendo da materie differenti. Il lavoro sfrutta le relazioni tra l’individuo, il lavoro manuale, la tecnologia e la politica Open source.

Matteo Montani e Enrico Vassallo daranno luogo a una performance Un quadro a scomparsa dove il nodo centrale è il rapporto tra immagine e memoria collettiva, in un momento quando l’uso del visivo è più che mai legato a una temporalità e a una dinamica di uso e abuso che destina le immagini (così come le nostre coscienze) ad un’inconsistente condizione di oblio.

Gli artisti presentati nella rassegna Farò affermano un potenziale utopico, mostrando le fratture nei linguaggi consueti, nelle percezioni e sensibilità abituali e attraversano il campo del dissenso costruttivo.
28.01-25.02.2023 in via Vincenzo Bellini 1, 3 Rastignano Bologna
Orari:
Inaugurazione: 28.01 – 18-22; Altri giorni su appuntamento

FARò. Pratiche Estetiche Politiche

La recensione su Juliet Art Magazine della prima edizione di una rassegna espositiva e performativa organizzata da TIST. A Bologna (ogni tanto) qualcosa si muove e ci ricorda che la produzione artistica emergente può essere non solo la prima tappa di un percorso imprenditorialmente finalizzato a un auspicabile inserimento nel sistema dell’arte ufficiale, ma anche un laboratorio di idee e riflessioni, forse non ancora perfettamente “confezionate” e divulgate come avviene nel primo caso, ma proprio per questo estremamente vive nella loro cruda attinenza con le problematiche affrontate e con l’approccio sperimentale alla ricerca (che dovrebbe essere) tipico di ogni artista ancora non identificato da una precisa cifra espressiva.”

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